Antonio Padrecca padovano nato verso il 1790 ebbe la sventura di essere privo della favella, ma la sorte lo compensò facendolo ricco d'intelletto, e tento col pennello e con la matita di comunicare il sentimento delle proprie passioni. Allievo dell'Istituto lombardo e dell'Accademia di Venezia, studio l'arte con amore e riuscì un valente miniatore ritrattista. Ci restano di sua mano vari lavori a matita ed una copia in miniatura del S. Giovanni di Guido Reni esistente nella chiesa degli Eremitani. II suo ingegno era cosi svegliato che il concittadino Giacomo Bonfio, attore mediocre, ma buon scrittore di drammi, in una sua composizione intitolata «L'Abate de l'Epee» nella quale vi era la parte di Teodoro sordomuto, volle che questa fosse sostenuta dal pittore Padrecca, il quale la sera del 19 dicembre 1821, la rappresento cosi bene e con tale verità al nostro teatro Concordi che strappo le lacrime ai numerosi spettatori.
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